Italia 2000  Italia 2000
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Italia 2000 Italia 2000

Nella seconda metà degli anni cinquanta l’importatore italiano della Triumph era la CESAC S.p.a. di Salvatore Ruffino con sede a Napoli. Nel 1957 Ruffino firmò un contratto con la “Standard Triumph” per potere acquistare i telai della Triumph TR3 completi di meccanica ed accessori al fine di realizzare il progetto di una propria coupé. La proposta fu favorevolmente accolta a Coventry sia perché la Casa inglese non disponeva di alcuna sportiva a carrozzeria chiusa sia per l’alta reputazione di cui all’epoca godeva il design italiano. Per lo stile della carrozzeria Ruffino inizialmente si rivolese a Zagato, ma la proposta presentata dalla carrozzeria milanese non trovò la sua soddisfazione. Su suggerimento della Standard, Ruffino contattò quindi Giovanni Michelotti che già collaborava con la Casa inglese e che fu invece capace di presentare una serie di interessanti bozzetti che furono approvati. Consigliato dallo stesso Michelotti, Ruffino avrebbe poi affidato a Vignale la costruzione delle carrozzerie e l’assemblaggio delle automobili per la quali fu scelta l'evocativa denominazione di “Triumph Italia 2000”. Contemporaneamente fu creata una nuova Azienda, la Ruffino S.p.A., che si sarebbe occupata sia della gestione dell’intero progetto che della distribuzione. La brochure dell'epoca relativa enfatizzava l’idea e la filosofia del progetto di Ruffino sintetizzato nello slogan: "L'arte della carrozzeria italiana, la tecnica sportiva inglese". Il prototipo della Italia fu presentato al Salone di Torino del 1958 e presentava alcuni elementi che non avrebbero trovato successiva conferma nella produzione di serie, come i gruppi ottici anteriori carenati e un largo impiego dell'alluminio per alcune parti della carrozzeria. La versione definitiva avrebbe presentato infatti un frontale completamente ridisegnato secondo uno stile più tradizionale con fari tondi mentre per la carrozzeria fu deciso di usare unicamente lamiera di acciaio. La presentazione ufficiale dell’Italia avvenne al salone di Torino dell’anno seguente, il 1959, dove la vettura fu accolta favorevolmente raccogliendo positivi riscontri e una buona critica da parte della Stampa. Il prezzo di vendita era particolarmente elevato essendo stato fissato a 2.500.000 di lire. Il design definitivo della Triumph Italia si richiamava alle classiche linee delle sportive italiane del periodo, con alcuni dettagli stilistici che si ritrovavano già in alcune contemporanee proposte di Michelotti per la Maserati (la 3500 GT) mentre altri saranno riproposti nelle successive creazioni di Michelotti per la casa inglese; la linea della fiancata sarà infatti ripresa per la Triumph TR4 presentata nel 1961, così come la caratteristica bombatura sul cofano motore in corrispondenza dei due carburatori. Gli interni si presentavano molto curati nei dettagli e rifiniti con rivestimenti in pelle e numerosi particolari cromati, mentre la strumentazione era identica a quella della contemporanea TR3A. Una particolarità era che molti particolari di finitura erano di produzione italiana. La carrozzerie era imbullonata al telaio e il motore non era soggetto ad alcuna particolare modifica o elaborazione; questo era il quattro cilindri in linea di due litri con distribuzione ad albero a camme laterale capace di sviluppare una potenza di circa cento cavalli accoppiato ad un cambio a quattro rapporti con overdrive opzionale. La quasi totalità degli esemplari prodotti ebbe la guida a sinistra. La Triumph Italia 2000 viene esportata sia in Europa che sul mercato statunitense: i piani iniziali prevedono di produrre un quantitativo di mille automobili, ma la crisi finanziaria vissuta della “Standard Triumph” e che porterà all’ingresso della Leyland comporteranno il mancato supporto commerciale della Casa inglese poiché l’Italia non rientrava nella strategia commerciale del nuovo management. La Ruffino S.p.a. per un breve periodo di tempo continuò a produrre la bella coupé italo-inglese, commercializzandola con la semplice denominazione Italia 2000, ma il coraggioso tentativo della società napoletana ebbe tuttavia vita breve e la produzione terminò definitivamente nel 1962, dopo sole 329 vetture costruite.

Carrozzeria: Coupe
Produzione: Dal 01/11/1959 al 01/12/1962
Esemplari prodotti: 329
Cilindrata: 1991 cc
Trazione: Posteriore
Freni (ant. / post.): Disco / Tamburo
Ruote: 4J x 15
Pneumatici: 155 15
Velocità massima: 200 km/h
Accelerazione (0-60Mph): 12 s
Coppia: 16,24 kgm
Potenza: 100 CV a 5000 rpm
Alimentazione: due SU H6
Cambio: 4 marce+ RM
Differenziale: 3.7:1
Lunghezza: 394 cm
Larghezza: 145 cm
Altezza: 124 cm
Passo: 223 cm
Massa: 975 kg

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